Il difensore della Juventus, Daniele Rugani, è finito nei guai per guida in stato di ubriachezza a Torino lo scorso luglio. Scopriamo insieme i dettagli di questa controversa vicenda che ha scosso il mondo del calcio italiano.
Rugani della Juventus: fermato a Torino per guida in stato di ebbrezza, superando il limite consentito di legge.
I fatti risalgono alla scorsa estate, notte del 21 luglio, quando il giocatore nato a Lucca e in forza alla Juventus, è stato fermato a bordo della sua Maserati da un posto di blocco della Polizia locale a Torino, in corso Grosseto. Il suo livello all’alcoltest è risultato oltre le misure consentite dai termini di legge: prima rivelazione 1,56, seconda 1,54, tre volte oltre il limite massimo. Ora Daniele Rugani è a processo per guida in stato di ebbrezza. Per il centrale bianconero, sono scattati immediatamente il ritiro della patente e un decreto penale di condanna, che avrebbe potuto cancellare dopo due anni pagando subito 5 mila euro. La sanzione inflitta dal giudice con il decreto penale di condanna, gli avrebbe evitato il processo e avrebbe portato all’estinzione del reato con fedina penale nuovamente pulita. Ma il giocatore ha scelto di andare a processo, opponendosi al pagamento. Ieri il giudice Roberto Ruscello ha rigettato però la richiesta di messa alla prova presentata dai legali, la prossima udienza è stata fissata per il 23 maggio 2024.
Il giocatore avrebbe scelto di scontare la pena con lavori di pubblica utilità, il giudice però ha rigettato la richiesta, perché presentata fuori tempo massimo seguendo la linea della Procura: per questo motivo Rugani ora deve affrontare un processo vero e proprio, si aprirà il dibattimento, con la presentazione delle perizie della difesa.
È un fatto molto grave quello che coinvolge Daniele Rugani, difensore della Juventus, accusato di aver guidato in stato di ebbrezza. Questo comportamento non solo mette a rischio la sua stessa vita, ma anche quella degli altri utenti della strada. È una grande delusione vedere un professionista del calcio commettere un errore così grave.
La scelta di Rugani di andare a processo invece di pagare la sanzione e chiudere il caso è un gesto che lascia perplessi. Soprattutto perché il decreto penale di condanna gli avrebbe permesso di evitare un processo vero e proprio e avrebbe cancellato il reato dalla sua fedina penale. Eppure, il giocatore ha deciso di opporsi.
Ora Rugani dovrà affrontare il dibattimento e presentare le perizie della difesa. Questo significa che il caso sarà esaminato attentamente dal giudice e che potrebbero emergere ulteriori prove sul comportamento del giocatore la notte dell’incidente. È un rischio che Rugani ha scelto di correre, ma potrebbe rivelarsi controproducente.
La richiesta di scontare la pena con lavori di pubblica utilità è stata rigettata dal giudice, poiché presentata fuori tempo massimo. La decisione del giudice segue la linea della Procura, che sembra intenzionata a far sì che Rugani affronti le conseguenze delle sue azioni in maniera adeguata.
È importante che tutti i cittadini rispettino le leggi e si comportino in maniera responsabile. I professionisti del calcio, in particolare, devono dare l’esempio ai loro tifosi e dimostrare di essere esempi positivi per la società. Purtroppo, Rugani ha fallito in questo senso e ora dovrà affrontare le conseguenze.
Il caso di Rugani ci ricorda che nessuno è al di sopra della legge e che tutti devono rispondere delle proprie azioni. Speriamo che il processo possa fare luce sull’accaduto e che Rugani possa imparare da questo errore. È importante che gli atleti siano consapevoli del loro ruolo di modelli per i giovani e che si impegnino a comportarsi in maniera responsabile sia dentro che fuori dal campo di gioco.