La polizia argentina sta indagando su minacce di morte rivolte al calciatore Angel Di Maria da presunti membri dei narcos. Le minacce sono giunte alla sua casa di campagna a Rosario, città gravemente colpita dal traffico di droga. La situazione preoccupa la comunità calcistica.
Minacce di morte alla stella del calcio argentino: Angelo Di Maria nel mirino dei narcos, polizia impegnata nelle indagini.
La notizia dell’indagine in corso sulla minaccia di morte rivolta al calciatore Angel Di Maria ha scosso l’Argentina. L’atleta, attualmente in forza al Benfica, è stato preso di mira presumibilmente dai narcotrafficanti. Questa situazione ha portato la polizia argentina ad avviare un’indagine sul caso, con particolare attenzione alla provincia di Santa Fe, che negli ultimi mesi è stata devastata dalla violenza legata al traffico di droga.
Tutto ha avuto inizio quando un’auto sospetta ha lanciato un cartello nero davanti alla casa di campagna di Di Maria a Rosario, dove il calciatore soggiorna abitualmente durante le sue visite in Argentina. Il cartello era indirizzato ai genitori dell’attaccante e conteneva una minaccia di morte molto esplicita: Dite a vostro figlio Angel di non tornare più a Rosario, perché altrimenti uccideremo un membro della sua famiglia. Nemmeno Pullaro (il governatore locale) lo salverà. Noi non buttiamo pezzi di carta. Buttiamo piombo e morti.
Questa intimidazione sembra essere legata a un possibile ritorno di Di Maria nella sua città natale per giocare nella squadra del Rosario Central. Tuttavia, è importante sottolineare che non è la prima volta che la malavita argentina prende di mira dei giocatori di calcio. Lo scorso anno, ad esempio, Lionel Messi, attualmente all’Inter Miami, ha subito un attacco armato presso una filiale della catena di supermercati Nico, che appartiene alla famiglia di sua moglie, Antonela Roccuzzo.
Fortunatamente, Angel Di Maria sembra essere tranquillo e supportato da coloro che lo circondano. Il CT dell’Argentina campione del mondo, Lionel Scaloni, ha dichiarato: Angel è tranquillo, ho parlato con lui, sta bene e ha tutto il nostro sostegno. Queste parole sono state dette prima della partita contro la Costa Rica, in programma a Los Angeles. È importante che Di Maria si senta sostenuto in un momento così difficile e che possa concentrarsi sul suo lavoro sul campo.
Le indagini sulla minaccia di morte rivolta a Di Maria sono in corso e la polizia sta vagliando tutte le piste possibili. Non è esclusa la possibilità che la minaccia sia collegata alla rivalità tra le tifoserie argentine, anche se i narcotrafficanti rimangono un elemento da non sottovalutare.
Il questore di Funes, Roly Santacroce, ha dichiarato: Per me questa è chiaramente una questione di calcio. Questa affermazione sembra voler sottolineare che, nonostante la gravità della situazione, la minaccia a Di Maria potrebbe essere una conseguenza della rivalità tra le tifoserie sportive.
Mentre l’indagine continua, è fondamentale che le autorità si concentrino sulla sicurezza di Di Maria e della sua famiglia. Il calcio è uno sport che dovrebbe portare gioia e unità, e situazioni come queste rappresentano una macchia nera che non può essere tollerata.
Speriamo che le indagini portino a identificare i responsabili di questa minaccia e che Di Maria possa continuare a giocare a calcio senza preoccupazioni per la sua sicurezza e quella dei suoi cari. Il sostegno degli appassionati e delle istituzioni sportive è fondamentale in momenti come questi, per proteggere i calciatori e sottolineare che nel calcio non c’è spazio per la violenza e le minacce di morte.